184 - Anche un medico omeopata alla corte cavourese di Giovanni Giolitti
Era il comm. dott. AGOSTINO MATTÒLI, uno degli amici più fedeli dello Statista piemontese negli ultimi decenni della sua vita.
Sulla rivista semestrale “QUADERNI GIOLITTI” di gennaio 2024, pubblicata dal “Centro Europeo Giovanni Giolitti per lo studio dello Stato”, Riccardo Mattòli, un suo pronipote, descrive la lunga tradizione nel campo della medicina (sia tradizionale che omeopatica) avuta nella sua antica e nobile famiglia, originaria dell’Umbria.
Il dottor MATTÒLI, specializzato in Omeopatia e convocato da Giolitti all’inizio del ’900 per problemi di salute a una persona cara della famiglia, entrerà nella vita dello Statista che lo vorrà per sempre al suo fianco non solo per l’assistenza medica ma “anche, e soprattutto, in qualità di suo confidente e consigliere: infatti, da subito egli ebbe modo – scrive Riccardo Mattòli – di apprezzarne, oltre la scienza medica, la sua vasta preparazione culturale laica, approfondita dalla minuziosa conoscenza dei fatti storici relativi al periodo risorgimentale e contemporaneo, …”.
“Singolare invece – scrive il prof. Ettore Peyron su gli ANNALI del Centro Pannunzio 2003/2004 – fu il rapporto con la medicina che Giolitti ebbe installato già prima dallo zio Giuseppe” (Giuseppe Plochiù, medico chirurgo, fratello della madre, ndr). “Come io apparivo di costituzione gracile – scriveva lo Statista nelle sue “MEMORIE” del 1922 – e la mia salute dava apprensione a mia madre, che nella sua precoce vedovanza (il padre morì quando lui aveva un anno, ndr) si era tutta consacrata alla mia educazione, mio zio medico la consigliò di portarmi in montagna (le montagne di San Damiano Macra, nel cuneese, la terra dei nonni paterni, ndr) …. e che mi si lascasse trastullare come volevo, con l’acqua e con la neve e non mi si desse mai nessuna medicina. Prescrizione che ho poi fatta mia per tutta la vita, con un’avversione vera per le medicine”.
Infatti, ricordava il cavourese dott. Abate Daga, “il Presidente veniva spesso nella mia farmacia per acquistare, invariabilmente, la stessa specifica magnesia “ERBA”, niente altro. Gli avventori che si trovavano in negozio volevano dargli la precedenza, che lui rifiutava sempre dicendo, col suo sorriso lievemente volpesco, che preferiva aspettare e che a lui piaceva tanto vedere gli altri che compravano le medicine”.
Scrive ancora il prof. Ettore Peyron “… il riferimento alla metodologia omeopatica nella politica di Giolitti è certamente tutt’altro che casuale: come in molte altre occasioni ebbe a dire … egli dichiarava di adottare la politica del lasciar fare, lasciare che la malattia facesse il suo corso, limitando ad aiutare le forze naturali di ripresa … la storia come la natura, senza salti”.
Agostino Mattòli, già Cavaliere, Ufficiale e poi Grande Ufficiale della Corona d’Italia per opera benemerita nei confronti dell’umanità, per i risultati scientifici delle sue ricerche e per il servizio reso alla patria nella 1° Guerra Mondiale, già nel 1913 aveva ricevuto la Commenda dell’Ordine della Corona d’Italia per le sue brillanti affermazioni nella medicina. Deputato nella XXVI legislatura, lascerà definitivamente la politica nel 1924 “deluso dall’esito delle votazioni di quell’anno avvenute nell’assoluta illegalità” diceva, e dopo essere scampato ad un agguato mortale tesogli dagli stessi squadristi che mesi dopo assassineranno Giacomo Matteotti. Non lascerà invece mai la sua professione medica, che continuerà a perfezionare senza mai abbandonare il “suo” Presidente, seguendolo nella morte appena nove mesi dopo, il 13 aprile 1929.
Era nato nel 1873.
“A Cavour – ricordava il compianto Giovanni Battista Frairia – lo chiamavano “’l dotor Combinassion”, perché, quando arrivava Giolitti, combinazione, arrivava pure lui!”