12 - Anche un elefante nel primo giardino zoologico italiano…
Il suo nome era FRITZ. Lo avevano chiamato così quando, nel 1826, era giunto alla ménagerie di Stupinigi come regalo del Viceré d’Egitto, Mohammed Aly, a Carlo Felice, grazie all’intervento di Bernardino Drovetti, che fece pervenire all’Egitto 100 pecore merinos provenienti dall’allevamento di Santena del Marchese Michele Benso di Cavour (padre del Conte Camillo).
Fritz, ammalatosi dopo la morte del suo custode al quale era molto affezionato, incominciò a dare segni di pazzia, e, nel 1852, fu eliminato. La sua spoglia fu donata dal Re al Museo Zoologico di Torino, futuro MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI, dove ancora oggi troneggia fra tutti gli altri animali in esposizione.
I torinesi lo chiamavano affettuosamente “l’amico Fritz”.
Ettore Enrico Gonin (fratello del più celebre Francesco) lo pose al centro di una sua interessante opera, datata 1836 e intitolata “Real Castello di Stupinigi”, nella quale l’elefante compare in mezzo ad una moltitudine di visitatori, nel grande cortile del castello.
Per la cronaca, Torino, tra le prime città a raccogliere animali esotici (prima al Regio Parco, poi Stupinigi, Racconigi, Regia Mandria ed infine Zoo Reale di Torino) è stata la prima città italiana a chiudere (1° aprile 1987) il suo Giardino Zoologico.
Nel 2015, FRITZ, tornerà a far parlare di sé con un trionfale giro per la Città di Torino. I ragazzi delle scuole tecniche San Carlo infatti, lo hanno riprodotto in vetroresina sulla base del modello scientifico custodito al Museo di Scienze Naturali.
Sarà il pezzo forte del serraglio di animali esotici che compariranno in una mostra che si terrà per quattro mesi nella residenza sabauda, allestita dagli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti con la collaborazione e il contributo del Museo di Scienze Naturali, di Zoologia e Anatomia comparata dell’Università di Torino, e della Fondazione Ordine Mauriziano.
E così, proprio nella Palazzina di Caccia di Stupinigi, dopo due secoli, FRITZ rifarà il suo ingresso trionfale dal grande viale alberato verso il “real” castello, diventando ancora una volta “UN ELEFANTE A CORTE”, come titola la mostra.