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8 - Più di 200 anni fa il terremoto a Cavour e in tutto il Pinerolese

8 - Più di 200 anni fa il terremoto a Cavour e in tutto il Pinerolese

Nella relazione tramandataci da Don Giuseppe Pollano, allora Vicario parrocchiale di Cavour, si legge:
“Il 2 aprile (1808 ndr), alle diciotto e quindici, mentre i salmodianti passavano in piazza per l’accompagnamento funebre di Tomaso Salice Airaud, ci fu un violento terremoto; per il sommovimento della terra, quasi tutti i tetti subirono gravi danni, diverse crepe si aprirono in ogni casa, la stessa chiesa fu colpita in diverse parti fin dalle fondamenta (specialmente nella facciata). Fu un miracolo se non cadde. Seguirono molte altre scosse, le pietre cadevano come tempesta da dove si trovarono, in piazza, per le strade…”
Le scosse (dal 7° al 9° grado della scala Mercalli) si susseguirono per tre giorni e, nelle prime tre ore, se ne contarono oltre 60. Cessarono completamente solamente dopo oltre due mesi, calando sempre più in frequenza ed intensità. Ci furono molti danni materiali, ma, per fortuna, senza vittime.
La gente, per paura, non voleva più dormire in casa e, per poter celebrare la Messa con un po’ di tranquillità, fu innalzata una piccola edicola di legno nella piazza del mercato detta “Gerbido della Fiera”(ora piazza Solferino), dove ancora non era stata costruita l’ala del peso.
Il medico cavourese Pier Domenico Camussi fu uno dei corrispondenti residenti in varie località del Pinerolese che, quotidianamente, provvedevano a inviare i resoconti del succedersi degli eventi all'abate Anton Maria Vassalli Eandi (fra l'altro illustre fisico ed astronomo, nonchè professore all'Università di Torino), il quale in seguito pubblicherà una monografia"... che rappresenta il principale ed imprescindibile documento di riferimento a quel terremoto...".
Per quanto una decina di chilometri dall’area epicentrale, - scrive Gianfranco Fioraso in “La terra trema – Il terremoto del 1808 nel Pinerolese” – il Comune di Cavour risultò uno dei più severamente danneggiati dell’intero arrondissement…
Come ben descrisse nella sua relazione l’architetto Arbora, fin dai primi giorni i dissesti apparvero ingenti rispetto ai circonvicini comuni della pianura e capillarmente distribuiti in tutto il suo territorio. Anche secondo le risultanze dei rilievi condotti dall’ingegnere del Genio Muthnon, Cavour subì danneggiamenti analoghi a quelli riscontrati a Bibiana e negli altri comuni più prossimi all’area di massimo scuotimento. 
Dalle preliminari stime dell’Arbora, nel solo capoluogo il numero di edifici seriamente lesionati ammontavano a 68: vi erano compresi fra gli altri il municipio, la parrocchiale, l’auberge de la Croix-Blanche, il vecchio ospedale
(mentre quello nuovo viene definito “de très bonne construction”, ndr), le case dei signori Bottiglia, Visconti, Buffa, Gaggiami, Brignone, e , nell’immediata periferia, il convento di Sant’Agostino.
Ingenti anche il numero di cascinali e altri fabbricati rurali coinvolti nelle frazioni o nelle campagne: furono 280 i proprietari risarciti dalle autorità governative con la somma di 21.627,42 franchi…”.
In data 16 aprile 1808, a mezzo rescritto del Rev.mo Sig. Arcivescovo Giacinto della Torre, fu assegnato come protettore dei terremoti, Sant-Emidio Martire, Vescovo della Città di Ascoli Piceno.
Per gli abitanti del Département du Pô (di cui allora Cavour faceva parte), oltre a Napoleone che intervenne personalemente, altre numerose personalità di spicco della 27° Division Militaire offrirono fin da subito il proprio contributo economico: fra i tanti spiccano i nomi del Principe Camillo Borghese e della consorte, Principessa Paolina Bonaparte.
Michele Benso (marchese di Cavour e padre del Conte Camillo), Chambellan de S.A.I. le Prince Gouvernateur-général, fece parte della Commission Centrale insediata a Torino per la ripartizione dei primi fondi disponibili.
I terremoti più significativi del pinerolese, dal 1311 al 1980, sono stati complessivamente ventitre, con epicentri a Pinerolo, Luserna, Fenestrelle, Torre Pellice, Abbadia Alpina, Bibiana, Sud Monviso e Cumiana.
Su “L’Eco Mese” di maggio 2009, nell’articolo “L’eredità (positiva) del terremoto”, si legge fra l’altro che il terremoto del 1808”…fu paradossalmente un evento positivo per chi vive nel pinerolese, in quanto anche se non causò vittime, è la ragione per cui, oggi, nella nostra zona, le case costruite con criteri anti-sismici sono, in percentuale, di più che altrove”.
Un’ordinanza del Presidente del Consiglio datata 20 marzo 2003 divide la penisola in quattro zone a seconda del rischio sismico che può essere alto (zona 1), medio (zona 2), basso (zona 3) e minimo (zona 4).
In Piemonte non esistono comuni in zona 1 (rischio alto), mentre dei 41 in zona 2 (rischio medio), la maggior parte è del Pinerolese.
Cavour è catalogato nella zona 3 (rischio basso) insieme con Buriasco, Piscina, Pragelato, Barge, Crissolo, Oncino, Ostana, Paesana e Sanfront.
Una riclassifica delle aree sismiche del Piemonte viene però approvata dalla giunta regionale con delibera del 19 gennaio 2010. La Regione, probabilmente anche a seguito del disastroso terremoto de l’Aquila, costruisce un nuovo regolamento sulla base di uno studio commissionato al Politecnico di Torino all’Eucentre di Pavia, prendendo come spunto di riferimento normativo in fatto di sicurezza, il decreto ministeriale del 14 gennaio 2008.
Cambia la mappa del rischio, per cui comuni classificati a “rischio medio” passano a “rischio basso” e viceversa: Cavour continua a essere classificato in zona 3 (rischio basso).


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