134 - Carlo Buffa di Perrero, l'eroe della invitta terza armata del Duca Emanuele Filiberto di Savoia
Tenente colonnello degli Alpini, Medaglia d’Oro e d’Argento al V.M., Carlo Alfonso Buffa di Perrero (1867-1916) partecipò alle campagne di guerra in Eritrea, in Libia e nella 1° Guerra Mondiale.
Valente alpinista, nel 1899, effettuò la salita del versante italiano del Cervino (1° ascensione del Cervino dal versante italiano – del quale sono note le difficoltà – compiuta da ufficiali dell’esercito in divisa).
Al suo attivo anche l’apertura di nuove vie sulle Dolomiti del Cadore.
Nella 1° Guerra Mondiale, dopo aver liberato Auronzo e Cortina d’Ampezzo al comando della Brigata "Cadore’’, cadde a Castagnevizza sul Carso (a est di Gorizia) il 5 novembre 1916, al comando del 138° Fanteria.
"A Castagnevizza, il 4 novembre si concludeva vittoriosamente dopo alcuni giorni di azioni di guerra continue e stressanti – si legge su "L’ALPINO’’ del novembre del 1987- e le ultime notizie da lui inviate alla famiglia in quello stesso giorno, ci rivelano che era uscito incolume da quell’inferno durato cinque giorni e cinque notti ininterrottamente. Ma durante la notte, mentre ispezionava instancabilmente le linee avanzate e rincuorava i soldati ancora storditi dai bombardamenti, cadeva colpito a morte da una scheggia di granata, con "Trieste libera’’ nella mente e negli occhi lo scintillio delle stelle che quella stessa notte aveva lungamente ammirato.
...Venne sepolto nel cimitero militare di Vizentini, nel vallone di Doberdò.
...Il 20 febbraio 1922, la sua salma fu traslata a Cavour nella tomba di famiglia, fra la sua gente e ai piedi di quelle montagne che tanto amava…’’
Il duca Emanuele Filiberto di Savoia così lo commemorò: "L’eroe della mia invitta Terza armata’’.
Poeta e scrittore, lasciò numerosi diari di alto valore artistico. In sua memoria esistono (fra le numerose iniziative anche fuori regione) vie intitolate a Torino, Pinerolo, Cavour e inoltre, la Caserma di Tai di Cadore e due rifugi sul Monte Cristallo. Sulla facciata dell’avita casa di Cavour, una lapide posta nel 1919, "ne eterna il nome e il valore’’.
Nel 1966, per il Cinquantenario della sua morte, a Cavour giunsero 3000 penne nere e si fece una grande manifestazione. Dal Portogallo giunse anche un messaggio del nostro Re in esilio:
"SEMPRE MEMORE FULGIDE VIRTU’ MILITARI COLONNELLO CARLO BUFFA DI PERRERO, PARTECIPO DI CUORE ODIERNA RIEVOCAZIONE SUA EROICA FIGURA – UMBERTO’’.
Quando ancora era un giovane ufficiale del Battaglione d’Aosta, nel 1903, in occasione del suo addio al celibato, così aveva terminato il suo lungo saluto in versi (e in dialetto piemontese) a tutti gli amici di Aosta:
"E bin, adess che parto, che lasso sto pais,
che lasso d’fè le scapol, për deme ‘n po’ d’ardris;
i fas doi pass dla vita, che peus nen desmentiè,
e, da lontan, gôardandme queich volta për darè,
Amis , con la memoria, mi sareu sempre vsin,
anche lontan d’Aosta son fieul d’so Club Alpin!
E adess saluto tuti, e sta parola am côsta:
i beivo a j’ufissiai del bataiôn d’Aosta
i beivo a tuti quanti me bravi e cari amis,
a sta sità d’Aosta ch’a smia ‘l me païs.
I beivo al Club Alpino ed al so President,
e peui, për fini ‘l brindisi, l’è l’ultim da tenent,
un grassie d’ cheur a tuti, e ricordeve d’ mi,
perché côsta valada mi la desmentio pi!
Aosta, 25 aprile 1903. C. Buffa di Perrero.
Il grande amore per la montagna, l’aveva ereditato dal padre Vincenzo (1845-1880), vice presidente dell’allora neonato CAI di Pinerolo (ved. Curiosità 91) e, in seguito, l’avrebbe trasmesso al figlio Ermanno (1908-1982), fra l’altro Direttore generale del CAI di Torino e Segretario Nazionale del Consorzio Guide di Montagna.