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131 - "Non solo lacrime" nei ricordi di un'orfanella dell'ex Istituto Cottolengo femminile di Cavour

"Non so se tu che leggerai mi potrai credere, se ti dicessi che nella mia lontana infanzia, parlavo molto con la natura, perchè non sapevo con chi parlare..." scrive così Rosa Lombardi nella prefazione del suo libro di poesie donato alla Procavour in occasione di un suo ritorno a Cavour per Tuttomele del 1990.
Spedita come un pacco postale dalla Basilicata alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, nel 1950 viene "dirottata" a Cavour per mancanza di posti. Con la triste consapevolezza di essere rifiutata dalla sua famiglia (e in particolare modo da sua madre), Rosa (che allora aveva 10 anni) impara ad amare Cavour come se fosse casa sua.
Alla scuola pubblica ripete tre volte la quarta elementare.
"Mi capitò la grande e favolosa insegnante Sodano, era dolce amabile con le bimbe del Cottolengo, aveva un amore che non ho mai scordato fino ad oggi che ho più di 70 anni. Grazie a lei ho cominciato a vivere e ad amare la scuola. La nostra giornata si sviluppava con l'alzata alle 5.30 del mattino con la S. Messa, colazione poi la pulizia dei locali delle stanze del dormitorio e poi fuori in libertà a scuola. Ho un bel ricordo della mia compagna di banco che si chiamava Rosa che nell'intervallo mangiava il suo panino che io non avevo perchè l'istituto non lo dava, allora lei con la gentilezza del cuore faceva a metà con me, io che di fame ne avevo molta vi lascio immaginare come divoravo quel panino. In compenso io l'aiutavo nella matematica che ero più brava di lei. Con molto dispiacere non ricordo il cognome. Della città di Cavour ho un grande ricordo specie d'inverno quando la neve la faceva da padrona. Uscivamo dal portone con le bacinelle a prendere l'acqua per lavare i pavimenti perchè i tubi erano ghiacciati, e noi ci divertivamo a staccare i ghiaccioli e tirarceli addosso. La vita del collegio era triste e gioiosa allo stesso tempo. A 13 anni finita la quinta passavamo nelle mezzanine cioè dai 13 ai 18 anni si iniziava ad imparare un mestiere, vi erano i vari laboratori ricamo maglieria e lavori vari. Io fui assegnata al laboratorio di maglieria con Suor Anita e Suor Esterina esperte di maglieria. Questi laboratori lavoravano per aziende e privati per guadagnare i soldi per il sostentamento della comunità sia religiose che delle ragazze.
Mi piaceva imparare lavoravo con amore, ho cominciato proprio dal dipanare la lana con il dipanatore industriale lavoravamo per un signore di San Germano che ogni 15 giorni veniva a ritirare i manufatti. Al di fuori dell'istituto adoravo andare sulla Rocca e guardavo sognando tutte le montagne coperte di neve, Torino si vedeva in lontananza, la mente e la fantasia mi portava alla mia terra lontana la Basilicata anche lei terra di colline e montagne e calde lacrime di nascosto dagli sguardi indiscreti sfogavo la mia nostalgia. Quanto è duro essere strappate dalla propria terra natìa !!!!. Poi finito l'incanto del paesaggio prendevo la rincorsa e arrivavo al portone dell'istituto per riprendere la vita da reclusa (per modo di dire). Nella comunità del paese partecipavamo anche noi alla vita parrocchiale e ogni tanto Don Mario Amore ci fece partecipare ad una gara di catechismo e io vinsi il primo premio di religione mi fu regalato la vita della Madonna che ancor oggi conservo...
Non ricordo l'anno (era il 1954, ndr) ma nell'Istituto festeggiammo il centenario, fu una festa indimenticabile, venne pure Tonina Torielli a cantare, facemmo il Teatro con suor Giovanna e Suor Maria Dapreda, quel giorno la casa aprì le porte a tutto il paese e ci fu una mega lotteria. Vennero pure i Superiori Generali don Mario Amore e Don Giovanni Saroglia nostro Direttore Spirituale. Anche se i ricordi sono messi in disordine, nel cuore porto l'Istituto come il momento della mia spensieratezza e della gioventù ove scoprii cosa voleva dire essere figlia di N.N.
Dall'Istituto di Cavour ho un ricordo dolcissimo anche della signorina Turina compagna di scuola. Nel 1955 andando a Viù mi ammalai alle gambe e chiesi di andare nella Casa Madre di Torino e così nel 1957 fui trasferita a Torino nel reparto delle invalide...".

Rosa Lombardi, sposata e madre di sei figli, dirà poi di aver avuto con se, da sempre, una foto della madre e di averla consumata a forza di baci, nonostante tutto.
Le sue poesie struggenti e le sue favole per bambini sono state raccolte in 6 libri, due dei quali presenti al Salone del libro di Torino.
L'Istituto Cottolengo Femminile di Cavour, ufficialmente aperto nel 1854 per volere del vicario Rovei, fra il 1931 e il 1935 è stato ampliato verso piazza San Lorenzo, con anche la costruzione della Chiesa dedicata a San Giuseppe Cottolengo fra le due ali dell'edificio. Chiuso definitivamente negli anni ottanta, e acquistato da privati, è stata  ristrutturato e trasformato dopo alcuni anni nell'attuale RESIDENCE SAN LORENZO.
 


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