155 - Mons. Giovanni Maria Vignolo e la Parrocchiale di Cavour
Il BEATO CHERUBINO DI AVIGLIANA, SAN LORENZO e SANTO STEFANO, tre figure sacre raffigurate sulla facciata della nostra Chiesa Parrocchiale, tre momenti importanti della sua vita che Mons. Vignolo ha voluto così rappresentare, quando diventò vicario di Cavour, nel 1860.
Era nato nel 1818 (duecento anni fa) a Villafranca Piemonte (il cui patrono è Santo Stefano) ed era stato prevosto della parrocchiale di San Giovanni in Avigliana dal 1844.
A Cavour, così come già aveva fatto per la Chiesa di Avigliana, Mons. Vignolo si dedicò anima e corpo anche alla ristrutturazione e alla trasformazione della Chiesa di Santa Maria del Popolo (ex Cappella della Concezione già adattata a parrocchiale dopo la distruzione di quella extra-muros), che “non era igienica, era troppo bassa, eppoi con cinque navate non aveva più ombra di estetica, e pareva quasi come una selva di colonne”. E mancava anche un campanile!
“Con i fondi delle compagnie, con il concorso dell’egregio Municipio, con le offerte dei buoni Cavouresi” e anche con fondi propri, finalmente, nel 1874 la NUOVA PARROCCHIALE verrà intitolata da Mons. Vignolo a San Lorenzo, così come lo era già quella antica fuori le mura.
“Ogni anno che io veniva a Cavour dalla vicina Villafranca – scriveva il teologo Giovanni Elia nell’elogio funebre – sempre il Vicario mi invitava ad esaminare una qualche novità nella stupenda sua Chiesa Parrocchiale: il campanile, su progetto dell’insigne Ing. Arch. Amedeo Peyron, il soffitto a cassettoni su imitazione di quello di Santa Maria Maggiore in Roma, le grandi navate, gli stucchi, gli affreschi del Morgari e i dipinti di Defendente Ferrari e del Buccinelli, l’organo collocato sopra la bussola centrale, le icone dei santi patroni di tutte le borgate campestri, affinchè i fedeli della campagna recandosi in Parrocchia trovassero il santo loro protettore. E poi la nuova pavimentazione in legno, gli altari in marmo, la sontuosità degli apparati e il decoro delle funzioni, senza dimenticare la nuova Chiesa di Maria Ausiliatrice che lui fece innalzare affinchè gli abitanti di quei pressi potessero avere maggiore comodità di udire la Santa Messa…”
Benefattore insigne dei poveri (fece costruire per loro a Cavour anche il cosiddetto “Camerone” accanto al locale ospedalino), fu sempre presente nelle amministrazioni della Congregazione di Carità e dell’ospizio di San Giuseppe, ma anche in quelle del locale asilo infantile.
Pubblicò diverse opere letterarie sia in versi che in prosa, alcune edite dalla Tipografia Salesiana di Torino.
Il Cardinale Alimonda lo ritenne degno di essere iscritto nell’Albo dei parroci più benemeriti e più distinti della Diocesi.
E’ sepolto a Cavour dove morì nel 1902 dopo 42 anni di vicariato parrocchiale e foraneo, e dove nel 1994, in occasione del restauro della Chiesa di Maria Ausiliatrice, gli è stata dedicata la piazza antistante.
Cameriere d’Onore di Leone XIII, fra le altre cose, nel 1855, era stato insignito della Medaglia d’Argento “per le prove di coraggio civile e di abnegazione che seppe dare nel periodo in cui ad Avigliana imperversava il colera”.