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60 - La Rocca di Cavour: un capolavoro del tempo

60 - La Rocca di Cavour: un capolavoro del tempo

In una ricerca di Vincenzo Fusco intitolata “Capolavori del tempo – a caccia di tesori nell’Italia segreta” e pubblicata nel 1988 su “Il sole 24 ore del lunedì”, la Rocca di Cavour compare fra 94 bellezze naturali nascoste sparse su tutto il territorio nazionale. “… Nascoste, cioè, alla vista o perché fuori dagli itinerari tradizionali o perché raggiungibili solo a piedi o in barcadice Vincenzo Fusco nell’articolo/dossier di cui sopra – o perché, ancora, ospitate nelle viscere della terra. …ricercarle e riconoscerle non è un limitato “bel vedere” ma è un cogliere spunti per approfondire alcune conoscenze. Non è raro infatti trovare nei luoghi indicati tracce degli uomini primitivi…  Visitare le bellezze naturali è anche un ripasso della mitologia, tante sono le località che portano i nomi degli antichi dei. Ed è anche capire le tradizioni popolari, là dove i luoghi hanno suggerito il nascere di leggende. E, ancora, è un modo per avvicinarsi alla storia in maniera informale…”.

Nella mappa tracciata l’autore suddivide questi gioielli in GROTTE, GOLE-ORRIDI, CAPOLAVORI DELL’EROSIONE, CASCATE, FENOMENI FLUVIO-GLACIALI, FENOMENI GEOLOGICI, FENOMENI VULCANICI, FORMAZIONI VEGETALI, VARIE.

La Rocca è classificata come fenomeno geologico ed è così descritta:

“E’ una collinetta costituita da un blocco di gneiss che si eleva isolata per 160 metri nella pianura piemontese presso il paese di Cavour, a sud di Pinerolo.

Per molto tempo il ciclopico macigno venne considerato come un masso erratico di abnormi dimensioni, che sarebbe stato trasportato dal ghiacciaio nel suo lento moto verso il basso dalle giogaie alpine: ma la sua mole e il peso, che si calcola in 150 milioni di tonnellate, hanno fatto escludere tale ipotesi. In realtà la Rocca di Cavour è uno spettacolare affioramento delle masse granitiche della grande regione alpina, sepolto sotto i potenti depositi alluvionali quaternari della pianura padana.

La mole eccezionale del macigno giustifica la curiosità e la sorpresa di chi attraversa la zona oggi, come in epoca antica. Le cime montuose e i punti eminenti della terra hanno da sempre costituito motivo di timore e, al tempo stesso, di attrazione, favorendo il sorgere di sentimenti vari, che vanno dalle manifestazioni di misticismo, di adorazione e di culto a quelli di leggenda e di superstizione.

Eredi di atteggiamenti di antiche idolatrie sono ancora oggi le grandi religioni, che spesso hanno fatto sorgere, sulle vette dei monti, santuari, chiesette, romitori o, semplicemente, piccoli emblemi di culto, come nel caso della Rocca di Cavour, su cui è stata eretta la statua di una piccola Madonna.”  

Com’è noto la Rocca, già tutelata come PARCO NATURALE dal 1980, è oggi anche uno dei SIC (siti di Importanza Comunitaria) di “RETE NATURA 2000”, il più importante strumento comunitario voluto dall’Unione Europea per proteggere la vasta rete dei siti distribuiti sul territorio dei Paesi membri.
Compare inoltre nella classifica dei “LUOGHI DEL CUORE” nell’11 censimento nazionale curato dal FAI nel 2022.


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