11 - Della Rocca hanno detto
Alcune delle oltre cinquanta definizioni risultanti da una nostra ricerca
“…Montagne qui s’y trouve toute seule et que la Nature semble y avoir mise pour servir de sentinelle à tous les lieux de environ. Sur le haut, fait en croissant, il y a, d’un costé, un Château…”
1592 – LOUIS VIDEL (segretario del Lesdiguières)
“…Monte di Roccaviva, posto in mezzo di quella pianura che per nissun’altra via si poteva ispugnare, che per la fame:…”
1595 – CARLO EMANUELE I, Duca di Savoia
“…Uno dei gioielli nascosti, un capolavoro del tempo, una delle imponenti opere della natura in Italia…”
1988 – VINCENZO FUSCO da “Il Sole 24 Ore”
“…Una montagna in miniatura ed un polmone verde in mezzo ai fiumi…”
1988 – FEDERICO, studente da “L’Eco Mini-Club”
“…il monte di Cavour mia patria, celebrato fra i geologi…”
1838 – Don MICHELE PONZA da “L’Annotatore Piemontese”
“…a guardéla da Barge a smja na polarda ‘mbrustolia contornà da ij spinass…”
1930 – CIRILLO VALMAGIA, poeta Bargese
“…piantà ‘n mes dla pianura come bandiera dël Piemont c’a sventola ‘n libertà ant ël sol a l’aria pura”
1950 – LUIGI TIMBALDI nella poesia “La Ròca ‘d Cavor”
“…piccolo tesoro da non sprecare affatto”
1981 – PIER GIOVANNI TROSSERO da “L’Eco del Chisone”
“…la Cenerentola alpina…” "... sentinella avanzata delle Alpi, chiaro segnacolo di un nascosto ma interessantissimo fenomeno della geologia."
1934 – FEDERICO SACCO da “Le Alpi”
“…da sempre roccaforte di grande prestigio….quindi oggetto di ripetute e frequenti ambizioni di conquista…”
1991 – GIOVANNI PEYRON da “Cavour: notizie storiche in breve sintesi”
“…Soggetto geografico più unico che raro”
1994 – LORENZO LANTELME da “L’Eco del Chisone”
“…un museo a cielo aperto”
1993 – PAOLA MOLINO da “L’Eco Mese”
“…un balcone sulla pianura”
1971 – CARLO BUFFA DI PERRERO
“… da qui (da Vigone, ndr), se mi volgo alla Rocca, la vedo simile ad una sfinge supina, decapitata, oppure ad un dromedario che si riposa ... E ancora la vedo come un grande smeraldo svettante sulla pianura o come una grande isola su un mare ondivago di aureo frumento mosso dal maestrale."
1995 – SAMUELE BALDI da “Cavour e altre terre”
“…come Indiana Jones!”
1988 – DANIELA TESSA da “La Valsusa”
“…un monte isola circumnavigabile: colline, boschi e vigne su un’anima di roccia”.
1990 – DANIELE JALLA da “Torino Sette”
“…monumento alla storia dell’uomo”
1990 – MASSIMO CENTINI da “Il Venerdi’ dell’arte”
“…Come tutti i piccini a cui manca l’occasione di paragonarsi, questa rocca ha l’aria di credersi una gran cosa, e infatti, vista da là sotto, benchè non sia alta più di due volte il campanile di Giotto, e se ne possa fare il giro in mezz’ora, presenta l’apparenza d’una montagna, certe forme larghe e maestose di gigantessa alpina; e pare anche più grande all’occhio per effetto del mantello denso di vegetazione che le avvolge le spalle e i fianchi rocciosi…”
“Chi capitasse là senza sapere, la crederebbe un mondo artificiale, innalzato dal capriccio mostruoso di un tiranno antico; una specie di colossale osservatorio guerriero, fabbricato per tener d’occhio tutti i feudatari della pianura, dalle rive del Po alle rive del Sangone…”
“… Si capisce come sia stata sempre oggetto di meraviglia, cominciando dal Denina che la credette un masso precipitato dalle Alpi e altri che ritennero uscita tutta sola fuor dalle viscere della terra, quasi all’improvviso, come la testa di un titano sepolto, curioso di vedere coi suoi occhi come andassero le faccende di Casa Savoia…”.
“… La sua origine non ha nulla di meraviglioso: è l’estrema punta, o come suol dirsi, l’ultimo sperone del contrafforte alpino il quale scende dal Monte Granero a dividere la valle del Po da quella del Pellice; sperone il quale s’innalza in modo notevole rispetto alla giogaia di cui è termine (il che si vede di frequente) con questo di singolare peraltro: che appare isolato perché la catena di rocce che lo riunisce al contrafforte delle Alpi è tutta coperta e perfettamente nascosta dai materiali dell’alluvione che vi sono accumulati in tempi antichi. Non è dunque un’avanguardia solitaria, una sentinella perduta dell’immenso esercito alpino, ma la testa d’una colonna non interrotta che fa la sua strada sottoterra…”.
“…Ma pure senza la sua origine meravigliosa questo enorme blocco di gneiss (celebre fra i naturalisti per i bellissimi cristalli di quarzo affumicato che si ritrovarono nelle crepe delle sue rocce) è una fortuna per il paese: è il suo monumento storico e la sua bellezza, gli fa ombra e fresco d’estate, e lo ripara dai venti australi, e serve da rifugio agli innamorati e di belvedere agli artisti, e frutta di tanto in tanto il desinare d’un mineralista e d’un geologo al Persico Reale o alla Posta…”
“…dalla sua vetta, si vede tutto il cerchio delle Alpi, dal Monte Viso al Monte Rosa, e tutta la pianura pinerolese, così vasta e aperta che, quando è un po’ velata di nebbia, come quella mattina, vien fatto di cercarvi all’orizzonte le vele dei bastimenti e gli spennacchi di fumo dei piroscafi; e par di trovarsi sulla cima di un’isola rocciosa, dentro una grande baia, che si stenda da Saluzzo a Cumiana, dai colli dove Silvio Pellico scrisse i suoi più dolci versi, ai campi dove Vittorio Alfieri domò i suoi più focosi cavalli…”
1884 – EDMONDO DE AMICIS da “Alle Porte d’Italia”
"...la Rocca, una chioccia con sotto le sue grandi ali la popolazione di Cavour, che si muove come in un formicolaio e come una nidiata di pulcini, fra le case grigie del vecchio borgo inquieto ed eternamente uguale..."
1953 - ARNALDO PITTAVINO da "LA LANTERNA PINEROLESE"
"...OMFÀLOS della zona, quello che fu per i greci l'ombelico, il punto fatto centro della zona. Anche i liguri e i celti, assegnavano a un territorio di ogni tribù un centro che ritenevano "sacro" e nel quale praticavano speciali riti religiosi a tribù riunita..."
1989 - Ipotesi di GIOVANNI PEYRON da "Cavour Rocca e Popolo"
“…metropoli di Madre Natura, invisibile ai ciechi occhi degli uomini… sentinella di ogni nuovo giorno che nasce.”
2002 – Andrea Bertotto
“…Il Monte di Cavour – non v’è chi nel rimirare la vasta scena delle Alpi che piegasi di prospetto alle pianure del Piemonte, non abbia talvolta osservato un monticello staccato dagli altri, che ora nelle più limpide giornate crederesti toccar colla mano, ed ora vedi trasparire in dubbia forma sotto il velo di una pioggia lontana, o di estivi vapori infuocati dagli ultimi raggi del sole. Questo è un monte picciolissimo, o meglio una grandissima rupe segregata in mezzo al piano, dove, quasi scoglio isolato sul mare, riesce tanto per la sua mole quanto per la sua posizione una cosa assai curiosa…”
1840 – da “DESCRIZIONE DI TORINO E DINTORNI” edita da Giuseppe Pomba
"...vedesi nella pianura un monticello dagli altri monti per ogni parte spiccato, di cui Giulio Cesare nè suoi COMMENTARJJ, come di cosa degna di meraviglia fa menzione."
1777 - F.A. Della Chiesa in "Corona Reale di Savoia"
"... sta isolata come certi scogli nel mare presso le spiagge montuose."
1907 - G. Abba in "Le nostre Alpi"
"... in summo rupis fastigio arx undique inacessa prominet" (sporge svettante e inaccessbile da ogni parte, ndr)
1604 - J.A. de Thou "Historiarum sui temporis libris"
"... la favorevole positura della rupe è così d'appresso al paese, che lo ripara dai venti australi e coll'ombra sua lo ricopre..."
1837 - Goffredo Casalis "Dizionario storico geografico"
"... chiunque scorgesse il sito, il troverebbe incredibile, un monticello che pare appunto che la natura siasi sbizzarrita di collocare a bella posta in mezzo alla pianura del Piemonte per servire da speculativa e cittadella al continente d'intorno."
1592 - Guillaume Paradin "Relazione dell'assedio di Cavour fatto dal signor di Lesdiguières"
"... la Rocca di Cavour è solamente un albero con su un nido di berte (il forte, ndr)..."
1639 - Definizione sprezzante della Rocca da parte dell'ambasciatore della Francia a Torino per conto del Richelieu con la speranza di minimizzarne il valore strategico.
"... la Rocca di Cavour, così come la si vede dai Pons quando spunta da un mare di nebbia, puo' far pensare al bastimento che va solitario sull'oceano, che però è fatto d'acqua ed è molto molto più grande..."
1872 - L'emigrante Juliette, in una lettera ai parenti rimasti in Alta Val Pellice, così descrive il bastimento che l'ha portata in America.
"E' la Rocca di Cavour uno strano monte solitario che sorge in questa prima distesa della Pianura Padana, in faccia alle Alpi, come animato da una bizzarra volontà di isolamento, solo, col suo paese che si adagia ai suoi piedi in una secolare garanzia di protezione..."
1943 - Uff. Arnaldo di Nardi (di stanza a Cavour, barese, dipendente del tenente di Cavalleria Pompeo Colajanni, autore di un articolo su Cavour pubblicato nella sua città).
"Il simbolo della città, che si erge nel contrastar la monotona piana..."
1992 - Alberto Merino dalla poesia "La Rocca di Cavour"
"Raro ambiente naturale, relitto di antiche vestigia e di grande bellezza paesistica".
1969 - Dr. Franco Zunino, incaricato del Fondo Mondiale per la natura presso il Parco Nazionale d'Abruzzo.
"Non un masso erratico, ma una punta alpina appartenente al Massiccio del Dora-Maira sommerso parzialmente da depositi alluvionali del Quaternario"
1992 - R. Ribetto e F. Galetto, guardiaparco della Rocca di Cavour in "Parchi e Riserve dal Piemonte".
"... una montagnola piccola, somigliante a un cammello accovacciato sulla pianura, che però ha tutte le caratteristiche delle vere montagne: boschi, rocce, eriche, quarzi e, su una delle due gobbe, un antichissimo torrione diroccato..."
1991 - Elena D'Amico Giolitti (moglie dell'On. Antonio Giolitti) scrive su "La Repubblica".
A Cavour a j’è na Ròca
aota, bèla e bin piantà,
che an guida come ‘n faro
për andé ‘n sla bon-a strà.
Nòstre Alp a fan coron-a
për difende le valà
mentre ‘l Viso fier a dòmina
come ‘n pare soe masnà.
(anonimo)