100 - Villa Lupi e la sonnambula del Conte Pullini
“VI RICORDO O LUOGHI AMENI
IN CUI LIETI, IN CUI SERENI
SI’ TRANQUILLO I DI’ PASSAI
DELLA PRIMA GIOVENTU’!
CARI LUOGHI, IO VI TROVAI,
MA QUEI DI’ NON TROVO PIU’.
…qui scrivo i versi tutti tratti dall’atto primo della SONNAMBULA, che non potei mai sentire e cantare a Roma od altrove senza rapportarla a questa Villa amena”.
Questa iscrizione fu fatta dal Conte Carlo Pullini il 6 giugno 1834 sul retro di un disegno autografo riguardante Villa Lupi di Cavour da lui abitata.
Villa Lupi deve la sua denominazione alla discendenza del N. U. Cav. Edoardo Lupi di Moirano, proprietario della villa nella prima metà dell’800, dopo il nobile Paolo Antonio Teppa e i Conti Pullini di Sant’ Antonino.
Il primo edificio doveva esistere già nella seconda metà del ‘700 “…assieme all’avancorpo destro dove è situata la cappella…”, come si legge nell’estratto delle “Valbe” catastali del 1775. La cappella, dedicata a Sant’ Anna e di stile neoclassico, risulta infatti già esistente nel 1769, come risulta da una lapide affissa dietro l’altare, in cui si legge:
D.O.M
INDULGENZA PLENARIA QUOTIDIANA
PERPETUA PER OGNI MESSA CHE SI
CELEBRERA’
IN QUESTA CAPPELLA
IN SUFFRAGIO DELL
ANIMA DEL SIG. PAOLO ANTO
TEPPA
NOBILE TORINESE E DI TUTTI I SUOI
CONSANGUINEI ED AFFINI
CONCESSA DALLA
…DEL FELICE REGNANTE CLEM. XIV
DELLI VI GIUNO MDCCLXIX
Nel 1791 la cappella risulta essere proprietà della Contessa Pullini nata Teppa.
Due successivi progetti di ampliamento, non datati, ma di probabile inizio ‘800, testimoniano la volontà di trasformare quello che era un semplice edificio in una vera e propria villa di campagna.
Dalle “fasi costruttive” gentilmente concesse nel 1994 dal compianto geom. Bartolo Bruno, si legge fra l’altro:
“Il primo progetto, ambiziosissimo e di gusto vagamente francese, propone il raddoppio del corpo di fabbrica, una ricca ornamentazione di facciata, la creazione di un cannocchiale prospettico perpendicolare alla villa e la sistemazione di un giardino formale; il secondo pare un ridimensionamento delle velleità del primo progetto (solo due paraste in facciata invece delle otto proposte, corpo scala semplificato!) del quale però mantiene l’idea fondamentale del raddoppio del corpo di fabbrica e dell’edificazione di un secondo, simmetrico, avancorpo.
I lavori, secondo il programma ancorpiù semplificato, dovettero aver luogo prima del 1804, data di un disegno dello ‘stato di fatto’ eseguito dal Conte Carlo Pullini che abitò la villa: l’edificio venne definitivamente raddoppiato e il corpo scala posto a destra dell’androne d’ingresso; le logge al terzo piano furono tamponate e trasformate in alloggi (un mezzanino per la servitù?), mentre una torretta loggiata veniva aggiunta in posizione centrale a filo della facciata; l’idea del cannocchiale prospettico si manifesta nella costruzione del secondo avancorpo simmetrico e nelle aiole geometriche del parterre retrostante alla villa.
A questa fase costruttiva appartiene in tutta probabilità la meridiana (oggi appena visibile e parzialmente obliterata dall’allungamento del vano finestra) e l’evidenziazione dello zoccolo basamentale con un finto bugnato grigio.
“Una serie fotografica datata 1893 funge da ‘post quem’ per la ristrutturazione di fine ottocento che, specchio di un sensibile mutamento di gusto, ha conferito alla villa il suo aspetto attuale.
In questa fase viene demolito il corpo scala esistente per dar luogo alla creazione di una ‘galleria’ al piano terra. …
“In facciata, la meridiana, distrutta dall’ampliamento delle finestre del terzo piano, viene sostituita dall’orologio meccanico sistemato nella torretta, preventivamente tamponata; ed una pesante decorazione a tempera viene ad incorniciare ogni finestra ad eccezione della facciata nord, dove l’insorgente gusto per il mattone a vista riveste il retro della villa con una rossa cortina di mattoni paramano.”
Il signor Paol’ Antonio Teppa fu Lorenzo risulta fra i maggiori contribuenti d’imposta nel 1770, mentre nel “gerbido di Teppa”, dove esiste la confluenza di varie “bealere”, fu messo, nel 1595, il comando delle forze sabaude in capo al duca Carlo Emanuele che, nello stesso anno, riconquisterà la Rocca al Lesdiguières. Secondo Giovanni Peyron in “Castello di Cavour – Assedio, Resa e Riconquista – 1592/1595”, fu proprio in questo campo di comando che fu realizzata la grande croce (allora in legno) poi portata sulla Rocca per ricordare il vittorioso evento.
Dopo i Lupi di Moirano subentrarono i Conti Cavalli d’Olivola che furono proprietari della villa fino alla seconda metà del ‘900.
Alcuni rappresentanti di queste due nobili famiglie riposano nel cimitero di Cavour e, a Cavour, furono benefattori sia del locale asilo infantile che dell’ospedalino.
Nel 1971 a Villa Lupi furono girati gli esterni dello sceneggiato televisivo “Il caso Lafarche”, un giallo che vedeva come attrice principale Paola Pitagora, mentre il N.H. Lupi di Moirano Cav. Edoardo risulta membro del Comitato d’Onore che avrebbe voluto collocare una cappella sulla Rocca all’inizio del ‘900.
Attualmente la villa mantiene la destinazione residenziale ed è di proprietà privata.
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