145 - Un illustre sfollato a Cavour di nome Augusto Monti
Augusto Monti, pietra miliare della cultura piemontese (scrittore e docente), nacque a Monastero Bormida nel 1881.
Laureato in lettere, insegnò in numerosi ginnasi e licei tra cui il D’Azeglio di Torino, ed ebbe come allievi (contribuendo alla loro formazione) personaggi quali: Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Massimo Mila, Giulio Einaudi, Adolfo Ruata, Vittorio Foà, Emanuele Artom e Tullio Pinelli.
Studio, insegnamento, guerra, prigionia, antifascismo e carcere toccano diversi momenti della sua vita.
Se nel 2006 (quarantennale della sua morte) in quel di Giaveno gli è stato dedicato un sentiero proprio nella valle dove lo scrittore andava “a rintanarsi non come uomo di lettere, ma semplicemente uomo tra uomini che di lettere nulla sapevano, ma che tutto avevano imparato da una dura vita di lavoro e sacrificio, vivendo e rimuginando l’essenza della vita stessa”, nel 2016 (cinquantenario della morte) gli è stato dedicato dall’editore FABRIZIO DUTTO dell’ARABA FENICE (che di Monti sta curando l’opera completa) un “VIAGGIO CICLO-LETTERARIO” che, in otto tappe e 300 km. di pedalata, toccherà in Piemonte i luoghi che ne hanno conservato le tracce: Torino, Giaveno, Cavour, Cuneo, Alba, S. Stefano Belbo, Monastero Bormida, Acqui e infine Genova, “con l’organizzazione di incontri con lettori, scrittori, intellettuali, professori e studenti, in cerca di risposte a domande antiche ma ancora attuali, sui bisogni culturali di una società sempre più liquida”.
“Laico, di ideologia cristiana e antifascista fin dal principio - si legge su Wikipedia – il professor Augusto Monti nel 1934 venne arrestato e condannato da un tribunale fascista a 5 anni di carcere… Quando venne scarcerato da Regina Coeli, nel 1939, si stabilì prima a Torino, poi a Cavour e infine a Chieri, sempre nel tentativo di sfuggire al continuo controllo degli agenti dell’OVRA…”.
“A Cavour – scrive Franco Allochis – il professore aveva trovato dimora in Via Plochiù, nella casa del professor Boyero, diventando attivo fra le fila del Partito d’Azione della Resistenza…”.
E a Cavour ritrova l’amico Antonio Giolitti (che spesso ospita Giulio Einaudi e Cesare Pavese), conosce il tenente Pompeo Colaianni (“Barbato”) e assiste, il 9 settembre 1943, davanti al municipio, attorno al monumento ai caduti “dell’altra guerra”, alla costituzione e alla immediata partenza per la via dei monti, di uno dei primi nuclei partigiani, “il nuovo esercito che combattè la nuova guerra, per la PATRIA che si voleva – e si sperava – nuova”.
Augusto Monti sarà anche colui che quando Pavese si suiciderà, nell’agosto del 1950, arriverà per primo trafelato e piangente a Villa Giolitti di Cavour per riferire ad Antonio Giolitti la ferale notizia.
Morirà a Roma nel 1966.
Chi lo ricorda a Cavour (come la signora Tommasina Marucco Destefanis) lo ricorda come “un grande signore”.