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Bartolomeo Vanzetti a Cavour

PRIMA di EMIGRARE IN AMERICA, BARTOLOMEO VANZETTI FU ANCHE GARZONE A CAVOUR, DAL PASTICCERE GOYTRE

La “Confetteria e Pasticceria GOYTRE GIOVANNI” di Cavour era situata circa a metà dell’attuale via Giolitti (già via Maestra e Contrà Granda).
Il locale era anche conosciuto come “Caffè”. La parola “bar” non era ancora in uso. Esistevano in genere a quell’epoca (inizio Novecento) le birrerie o birrarie, le bottiglierie, i caffè (appunto), le cantine, le gelaterie e le trattorie o osterie, queste ultime dette “piòle” in gergo popolare.
Nel 1902 Bartolomeo giunge a Cavour reduce da un’altra pasticceria di Cuneo, nella quale lavorò per scelta del padre, che, come molti altri a quel tempo aveva preferito dargli un mestiere anziché farlo studiare.
Nella Pasticceria Goytre rimase tre anni, periodo in cui, lontano da casa, tenne con la famiglia una intensa e affettuosa corrispondenza: traspare da queste lettere il desiderio forte di trovare un lavoro “meno miserabile”, cosa che tenterà altrove senza successo.
Tornato a casa ammalato “…come un mesto fiore di serra…” per le lunghe permanenze al chiuso nei retrobottega, in ambienti spesso malsani, privi di luce e di aria, ritrova piano piano la voglia di vivere che però scompare presto con la morte degli amati genitori.
E’ in questo momento di dolore e di prostrazione che matura il progetto di andare in America, allora una via quasi obbligata per riscattarsi da una vita di stenti e di miseria. Per molti questo era un disinganno, e, dopo aver fatto un viaggio lunghissimo, ammucchiati nelle stive delle navi, spaventati, affamati e maceri, con le ondate che rovesciavano i loro miseri piatti di minestra – così raccontava Emilio Salgari sulla rivista “EMIGRANTI”-, ritornavano in patria più poveri di prima.
Ma era un destino ben più tragico quello a cui andò incontro Bartolomeo Vanzetti quando s’imbarcò da Le Havre, sul bastimento “LA PROVENCE” diretto a New York, nel 1908: schierato, insieme con l’amico Nicola Sacco (pugliese d’origine), a fianco di coloro che lottavano per avere un salario dignitoso e un minimo di dignità umana, in un mondo che li umiliava e li offendeva per il solo fatto di essere emigranti, furono ben presto additati dalle autorità locali come elementi pericolosi. Accusati ingiustamente di rapina e omicidio, com’è universalmente conosciuto, dopo 7 lunghi anni di agonia furono giustiziati sulla sedia elettrica a Boston il 23 Agosto 1927. Soltanto cinquant’anni dopo, nel 1977, sono stati ufficialmente riabilitati dal governatore del Massachusetts.
Bartolomeo Vanzetti era nato a Villafalletto (CN) nel 1888. Le sue ceneri vi fecero ritorno poco dopo l’esecuzione, nel 1927, insieme con quelle di Nicola Sacco che poi proseguirono per Torremaggiore, paese natale di quest’ultimo. Le ceneri, quasi a significare l’indissolubilità dei destini e della fede dei due compagni trucidati, sono state mescolate fra di loro.

Il 21 Marzo 2009 per stringere ufficilmente il legame dei paesi natali dei due anarchici italiani è stato celebrato il gemellaggio fra il Comune di Villafalletto e il Comune di Torremaggiore.


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