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Da Rio Negro a Rio Marone

Un giovane argentino ritrova le sue origini cavouresi.
Un giovane studente universitario argentino, Renzo Lavin, riesce a coronare con successo la ricerca degli antenati materni emigrati da Cavour verso l’Argentina. Renzo, 24 anni, dal febbraio 2009 frequenta alcuni corsi universitari di diritto presso l’Università di Parigi grazie ad un accordo con l’Università di Buenos Aires, nella quale frequenta il corso di laurea in Giurisprudenza. Il semestre si conclude a luglio con un corso di diritto internazionale a Strasburgo. Ed è proprio da questa città che parte il 22 luglio per raggiungere Milano e poi Cavour.
Da alcuni anni la nonna materna Isidora Bruno, di 82 anni, e sua sorella Adelaida Bruno detta “Chicha”, che è la vera memoria storica della famiglia, gli avevano chiesto di fare delle ricerche sulle origini dei loro nonni Enrico Bruno e Angela Balangione dei quali non si era tramandata nessuna notizia, neppure il paese dell’Italia da cui provenivano. Un giorno su un vecchio documento (forse un atto di morte) si riuscì a malapena a intravedere un nome simile a Cavour.
Renzo allora inizia a cercare su internet qualche notizia sul cognome Balangione, trova sul sito argentino www.apellidositalianos.com.ar un Balangione argentino originario di Cavour, verifica se i due cognomi Bruno e Balangione sono tuttora presenti nel comune di Cavour consultando la guida telefonica disponibile on-line.
Ma alla conferma che i due cognomi sono presenti sorge il problema che le famiglie con questo cognome sono molte e non sembra pratico telefonare a tutte quante o scrivere a ciascuna una lettera.
Così la ricerca continua per altre vie e su un motore di ricerca Renzo prova a cercare informazioni su storie di emigrazione piemontese in Argentina. Un giorno raggiunge una pagina con la notizia che è appena stato pubblicato il libro “Da Cercenasco nel mondo. Storie di famiglie emigrate in Texas, California, Argentina e Francia” di Mariagrazia Alliaudi e Silvio Genero, e uno dei due autori è di Cavour. Ancora qualche clic e riesce a trovare l’indirizzo email di Silvio Genero. Continua la ricerca nell’elenco degli sbarcati a Buenos Aires ed emerge che nel 1883 arrivano sulla stessa nave Iniziativa, Bruno Enrico e Balangione Angela, entrambi di 22 anni.
Una cortesissima email scritta in spagnolo accompagnata da una traduzione in italiano arriva così al sottoscritto il 17 giugno scorso dove viene richiesto se a Cavour nel 1861 fossero nati Enrico Bruno e Angela Balangione. Non passano 24 ore e Renzo riceve la prima risposta: i due personaggi effettivamente sono nati a Cavour. Le ricerche più accurate continuano per ricostruire l’albero genealogico delle due famiglie e per cercare se vi sono ancora lontani parenti dei due residenti a Cavour. Con stupore Renzo riceve 7 pagine di albero genealogico e scopre che le due famiglie sono presenti a Cavour almeno da fine 1700.
Tutto va per il meglio e forte dell’esperienza di ricerche simili unita alla tenacia e la buona conoscenza delle famiglie di Cavour mi fanno rintracciare facilmente le famiglie interessate. Dei Bruno sono ancora attualmente residenti la famiglia Bruno di cascina Motta in zona Paschere, frazione Sant’Agostino, e della famiglia Balangione si trova la famiglia di Antonio Balangione ‘d Strop in frazione Sant’Antonio.
Il 23 luglio Renzo arriva a Cavour con tanta gioia nel cuore e subito con apprensione si reca all’anagrafe per ritirare i certificati di nascita dei due trisnonni, per il loro certificato di matrimonio deve attendere il giorno successivo. Ha l’intenzione di chiedere la cittadinanza italiana per facilitare eventuali frequentazioni universitarie in Europa per conseguire un master. Appena esce dall’anagrafe percorre le strade del paese, attraversa il Rio Marrone (di ben altre dimensioni rispetto al Rio Negro che nasce sulle Ande argentine) e cerca di immaginare come poteva essere questo piccolo paese del Piemonte quando a fine ‘800 i suoi antenati lo dovettero abbandonare per cercare fortuna in America.
Sale a piedi sulla Rocca, scopre la vasta pianura circostante, la catena delle Alpi che la circonda e il Viso.
Scende e si reca all’Abbazia Santa Maria, il Museo è chiuso ma dalla vetrata riesce a scorgere diversi reperti romani e le grosse anfore in terracotta. L’emozione è tanta ma l’evento più atteso è l’incontro con i lontani parenti che ancora risiedono forse nelle stesse case in cui vissero Enrico ed Angela.
Solo nel tardo pomeriggio, al mio ritorno dal lavoro, riusciamo ad incontrarci. Poiché il tempo a disposizione è limitato ci rechiamo subito al cimitero e con sorpresa riusciamo a trovare tre tombe della famiglia Balangione. Tra queste, le lapidi più antiche con fotografie e più interessanti sono quelle delle due sorelle della trisnonna: Maria, nata nel 1881 e Margherita nata nel 1883, morte zitelle nel 1963. Renzo fotografa e prende appunti, tra i vari cognomi di famiglie rivede tanti nomi di piemontesi del suo paese. Alla sera facciamo una visita ai Bruno di cascina Motta. Mauro e Teresa lo accolgono con grande gioia; è la prima volta che un argentino si fa vivo dopo moltissimi anni dall’emigrazione della coppia. In un primo momento pensano di accogliere il nipote di un loro zio emigrato in Brasile ma subito capiscono che si tratta del nipote di uno zio di papà di cui avevano sentito parlare quando Mauro ed i fratelli erano ancora piccoli.
Si aprono album con antiche fotografie, Renzo fa molte domande, vuol capire se suo trisnonno era partito da questa casa, ma si scopre che la famiglia Bruno era residente, fino agli anni 1920 circa, a Babano nella cascina detta ‘d Pelis ora abitata dai Cavallone. Mauro telefona ad suo vecchio zio Giorgio, che è il più anziano della famiglia, per avere informazioni più precise e la serata si conclude con la visita alla stalla, una fotografia al lago alimentato da acqua sorgiva e con un arrivederci e la promessa di mantenersi in contatto.
Una visita al vicino santuario di Cantogno e una cena con pizza concludono l’intensa giornata che in realtà per Renzo era durata 48 ore in quanto la notte precedente l’aveva trascorsa in pullman nel viaggio da Strasburgo a Milano.
La giornata del 24 luglio, molto ricca di appuntamenti, inizia con una visita all’azienda agricola dei Cavallone a Babano, dove le moderne stalle per l’allevamento delle mucche da latte hanno preso il posto della vecchia cascinotta che si trovava ormai gia pericolante quando queste furono costruite negli anni 1960. Si cercano antiche foto della casa ma non si trovano. Passiamo in Comune a ritirare l’atto di matrimonio dove risulta che Enrico ed Angela si sposarono a Cavour nel 1881. Dai registri risulta anche che il 5.11.1882 la sfortunata coppia mise al mondo il primo figlio che purtroppo muore il giorno stesso della nascita.
Una visita alla chiesa parrocchiale di San Lorenzo, dove Enrico ed Angela furono battezzati e dove si unirono in matrimonio, poi ci dirigiamo a Sant’Antonio dove ci aspetta la famiglia Balangione: Antonio, la moglie Elda, il figlio Giovanni e la nipote Valentina. Subito il tavolo si riempie di vecchie fotografie, di una lettera di Arnaldo Balangione arrivata dall’Argentina nel 1994 e due documenti che si rivelano i più importanti di tutti, due atti notarili dove Angela Balangione per procura dagli Stati Uniti d’America vende quanto spetta dell’eredità paterna ai fratelli e alle sorelle rimaste in Italia. Il documento indica proprio che Angela coniugata con Enrico Bruno risiede ora a Cape Charles in Virginia, il documento redatto dal notaio Giuseppe Alliaudi è datato 1904. Tutti i dati presenti sull’atto confermano quanto è riuscito a scoprire Renzo, ossia che Enrico ed Angela dopo essere emigrati in Argentina non fecero fortuna per cui tornarono in Italia e nel 1902 con i loro 7 figli ripartirono da Genova con la nave Lombardia e si diressero a New York dove sbarcarono il 27.02.1902.
Non si hanno però notizie di quando l’intera famiglia rientrò nuovamente in Argentina, probabilmente senza tornare in Italia.
Antonio Balangione che rimase orfano di padre a 13 anni non ancora compiuti, si ricordava bene che le zie avevano parlato di questa loro “magna Angela” che era emigrata in America (senza specificare se era America del Nord o del Sud), ma di lei non seppe mai nulla.
Renzo fa molte domande, Antonio con pazienza e con dovizia di particolari illustra i nomi di ciascun membro della sua numerosa famiglia, fratelli, sorelle, e loro sposi, completa con nomi e date di matrimonio i dati che avevo raccolto sulla bozza di albero genealogico, qualche nome risulta mancante ma il risultato è che le due famiglie si sono potute reincontrare dopo 126 anni di oblio. La ricerca della casa dove abitavano i Balangione all’epoca della partenza di Angela ci porta al Palas di Babano, che all’epoca era proprietà del Sig. Enrico Martini e successivamente di un certo Sig. detto “Turin” (da cui il nome della casa citata negli atti di morte, casa Turin o Turina) fino agli ultimi proprietari da circa 20 anni Giovanni Viale (morto nel gennaio scorso a 88 anni di età) e sua moglie Mariangela Beretta.
Un pranzo a base di salumi fatti in casa, carne genuina, pasta italiana e buon vino stringe la nuova amicizia tra le due famiglie che ora si manterranno sicuramente in contatto.
Il pomeriggio prosegue con la visita ad un altro Balangione, il geom. Dario, che ci accoglie nel suo studio di Piazza San Lorenzo, anche lui entusiasta di ricevere un Balangione della sua parentela proveniente dall’Argentina. Dario subito non riesce a comprendere come può essere suo parente, le sue ricerche fatte negli anni passati dopo la visita che fece Arnaldo P. Balangione di Pilar, provincia di Santa Fe, non comprendevano i nomi di Angela Balangione e Enrico Bruno infatti i suoi antenati emigrati erano Antonio Balangione, nato a Cavour nel 1853, e suo fratello maggiore Giuseppe, nato nel 1851.
La storia di queste due famiglie, riccamente documentata, con un dettagliato albero genealogico, sarà il contenuto di un prossimo articolo.
Dopo aver consultato la bozza di albero genealogico dei Balangione che avevo preparato nei giorni precedenti la visita si scopre subito che le due famiglie Balangione hanno un antenato comune che si chiamava Giovanni Guglielmo, nato probabilmente a Cavour verso il 1760, sposato con Cesano (o Sessano) Maria Cattarina anch’ella nata probabilmente a Cavour nel 1763 circa. Si scatta una foto ricordo, il dono della copia della storia della famiglia di Balangione Antonio e Molinero Antonia scritta dal nipote Arnaldo, una stretta di mano e la promessa di un arrivederci.
Ancora un salto veloce a Babano per fotografare il Palas dove probabilmente la famiglia di Angela risiedeva e dove suo padre forse lavorava per i padroni del tempo.
La giornata e il breve soggiorno nel paese che ha dato le origini ai suoi trisnonni materni si conclude; l’autobus riporta Renzo a Torino dove desidera visitare i principali musei e monumenti durante il giorno successivo e poi la domenica una visita a Genova per veder il molo del porto da cui partirono i trisnonni per ben due volte in cerca di fortuna prima in America del Sud e poi in America del Nord, per stabilirsi poi definitivamente a Galvez (S. Fe).
Da qui dopo un nuovo viaggio verso il sud dell’Argentina, la nonna Isidora andò a vivere nello stato di Rio Negro, vicino al confine e alla città di Neuquén (provincia di Neuquén). Per un curioso scherzo del destino un ragazzo che vive nel paese dove vi è la più grande produzione di mele dell’Argentina è venuto a scoprire una parte delle sue origini nel paese di Cavour famoso per le sue mele ormai a livello internazionale. Rio Negro esporta una grande quantità di mele in tutto il sud America ed in Europa.
Speriamo che Renzo rientrando in Argentina il 4 agosto, a General Fernandez Oro (Rio Negro), dove vive con i genitori, due fratelli e due sorelle, porti con sé un bellissimo ricordo di una calorosa accoglienza e auguriamo che possa avere altrettanta fortuna nel trovare le radici della sua famiglia paterna Lavin (originaria della Francia o dei paesi Baschi in Spagna) e della sua famiglia materna Rebagliatti o Rabagliati anch’essa italiana, delle quali non ha trovato finora nulla.
Auspichiamo che tra pochi mesi concluso il percorso universitario possa intraprendere un lavoro o seguire un master come è suo desiderio e possa diventare presto cittadino cavourese.

Nella foto in alto Renzo Lavin con la famiglia di Antonio Balangione

28 luglio 2009
Silvio Genero


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